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Visita il Museo Multimediale!
Un polo informativo - educativo per la valorizzazione delle risorse presenti
nelle Aree Protette interessate dalle rotte migratorie che attraversano il Parco Regionale di Migliarino - San Rossore - Massaciuccoli, le A.N.P.I.L. Monte Castellare - Valle delle Fonti ed il Lago di Porta, localizzato piu' a Nord nei Comuni di Montignoso (MS) e Pietrasanta (LU). |
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Due aree
protette sul Monte Pisano
Monte Castellare e Valle delle Fonti
Il Monte Pisano, una delle formazioni geologiche più antiche
della Toscana, costituisce un'entità geologica di notevole
interesse, che divide la Piana Pisana da quella Lucchese.
Simile ad un'isola, si innalza in mezzo a territori oggi bonificati,
ma in passato paludosi fino a raggiungere una quota di 917 mt. sul
livello del mare.
La discreta escursione altitudinale associata alla diversa esposizione
dei versanti ed a variazioni morfologiche per ambiti territoriali
circoscritti, determina la presenza di una flora complessa ed una
fauna composta da un significativo numero di specie. |
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La volontà di tutelare questo complesso patrimonio vegetazionale,
ha condotto l'Amministrazione comunale di San Giuliano Terme ad istituire
nel 1997 due aree naturali protette di interesse locale: ANPIL Monte
Castellare; ANPIL Valle delle Fonti.
Nella prima, che si estende per una superficie di 237 ettari, è
possibile apprezzare, anche visivamente, un'estesa gariga che, nonostante
l'aspetto apparentemente desolato, accoglie numerose e peculiari entità floristiche e micologiche.
La presenza di "Eufhorbia characias" ed "Euphorbia
spinosa" ne caratterizzano la tipica fioritura gialla primaverile,
a questa si associa quella delle orchidee, rappresentative dell'intero
areale del Monte Pisano, ma che quì assumono particolare rilevanza
per specie significative. |
Non meno rilevanti per il significato
storico e paesaggistico sono gli uliveti: su terrazzamenti sostenuti
spesso da muretti a secco, sono quì ben rappresentati
ed in parte ancora produttivi. L'ulivo ha sostituito in passato
la lecceta che tuttavia è possibile osservare in ambiti
territoriali sufficientemente estesi. |
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Presente
inoltre, con numerosi esemplari la quercia da sughero. Nell'area, è rilevante la presenza di un insediamento etrusco-medievale
e di una villa ottocentesca. Il primo è ancora in fase di scavo
e di studio. Su un preesistente insediamento etrusco del VIII -IV
secolo A.C. è stata edificata in epoca alto medievale una fortificazione
costituita da una cinta muraria esterna a pietre e malta ed abitazioni
interne. Numerosi reperti di epoca etrusca (ceramiche, vasellame,
monili) e medievale (ceramiche, dischi di pietra, focolari, cuspidi
di ferccia, una macina di pietra, una sepoltura di bambino), testomoniano
il carattere non occasionale del complesso. |
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Nella seconda area protetta (193
ettari), le fitocinosi ripareali rappresentano invece degli
ambiti più freschi del Monte dove le particolari caratteristiche
e la presenza di torrenti, determinano lo sviluppo di specie
più igrofile. L'antropizzazione è qui rappresentata
dai castagneti, a volte invasi da pino marittimo e dagli oliveti,
oggi recuperati in larga parte dopo anni di abbandono. La Valle
delle Fonti, sita sul versante occidentale dei Monti Pisani,
sovrasta l'antico paese di Asciano (frazione del Comune di San
Giuliano Terme).
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Morfologicamente è una stretta vallata racchiusa fra due giogaie montuose dalle
scoscese fiancate, ad Ovest il Monte Mirteto e ad Est dal Monte di
Costia Grande che la separa dalla Valle di Agnano. La lunga stretta
gola della Valle è percorsa dal torrente Zambra che trae la
sua origine dal luogo denominato " Scarpa d'Orlando" e raccoglie
le acque delle numerose scaturigini presenti sulla pendice.
La mancanza di quest'ultime nella pianura pisana ha reso ancora più
preziose le sorgenti della Valle delle Fonti. Durante la metà
del 500 nacque la necessità di incanalare queste acque e portarle
sino a Pisa. In quel periodo infatti la città si riforniva
con acqua piovana, depurata e raccolta in cisterne o nel peggiore
dei casi con acque provenienti da pozzi che in molti casi attingevano
da falde di origine salmastra. Fu per primo il Gran Duca di Toscana
Cosimo I° a volere costruire un'acquedotto a condotta forzata
per incanalare le acque della Valle delle Fonti. |
I
testi e le foto sono tratti dal libro Monte Castellare - Valle delle
Fonti.
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